L’Assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEA), riunita nei giorni scorsi a Nairobi, ha istituito all’unanimità un comitato intergovernativo per negoziare e finalizzare un accordo giuridicamente vincolante entro il 2024 per porre fine all’inquinamento da plastica con inizio lavori già a partire da quest’anno.
Il tasso di produzione di plastica è cresciuto negli ultimi anni più velocemente di qualsiasi altro materiale; si stima che, entro il 2040, nel mondo, i rifiuti in plastica triplicheranno e i governi hanno dovuto intervenire insieme ai principali produttori di plastica, come Stati Uniti e Cina, per tentare di risolvere insieme questo enorme problema.
Il trattato punta ad analizzare ed affrontare l’intero ciclo di vita della plastica, dalla nascita del materiale con le enormi problematiche intrinseche relative all’estrazione dei combustibili fossili per la produzione, fino al suo utilizzo e allo smaltimento finale sicuro, ponendo nuovi stringenti limiti alla produzione.
Secondo il WWF si tratta di un trattato solido, con regole e obblighi reali, che responsabilizzerà maggiormente tutti gli attori della filiera nell’eliminazione dell’inquinamento da plastica su scala mondiale spingendo soprattutto le grandi aziende multinazionali che impiegano enormi quantità di imballaggi usa e getta, affinché intervengano riducendo il loro impatto ambientale trasformando radicalmente i loro modelli di business in favore di soluzioni basate sullo sfuso e sulla ricarica, dove possibile, o su materiali alternativi ugualmente adeguati alla conservazione a lungo termine dei prodotti.
L’inquinamento da plastica, a partire dalla produzione proveniente dal petrolio, colpisce gli oceani, l’aria e il suolo intaccando infine la catena alimentare; recenti analisi hanno mostrato la quantità di microparticelle in plastica che l’uomo ingerisce quotidianamente con il cibo. Basti pensare che solamente una quantità di rifiuti in plastica inferiore al 10 percento viene riciclato in maniera corretta e la maggior parte finisce indifferenziata nelle discariche o disperso nell’ambiente.
Questo accordo ha tutte le caratteristiche per essere il più significativo accordo sull’ambiente dopo quello di Parigi, un impegno importantissimo e significativo per questa generazione e per quelle future che ci succederanno e l’UNEP ha dichiarato che lavorerà con qualsiasi governo e impresa che si impegneranno trovando soluzioni idonee ad allontanarsi dalla plastica monouso, mobilitando finanziamenti nella ricerca e sviluppo di nuovi modelli di economia circolare.
Anche in Italia è stata accolto positivamente l’accordo: il nostro paese è stato tra i primi in Europa a contrastare l’inquinamento da plastica con misure come lo stop all’utilizzo di sacchetti di plastica per la spesa, con il divieto di prodotti monouso per usi igienici e quello di microplastiche nella cosmesi anche se, recentemente, ci sono state deroghe rispetto al recepimento tempestivo della Direttiva Sup sulla plastica monouso (ne avevamo parlato qui), e nella Manovra 2022 che ha visto rimandata ancora di un anno la decorrenza della plastic tax, già introdotta con la legge di bilancio 2020.
Uno dei nostri progetti è proprio rivolto al recupero degli imballaggi domestici in PET e al loro riciclo.
Clicca qui per saperne di più sul nostro progetto.
Minarelli Mara – socio fondatore Momentumgreen
Commenti recenti