L’Agenzia Internazionale dell’Energia ha pubblicato il report sulla Co2 del 2021, anno record per le emissioni legate all’energia.
L’aumento rispetto al 2020 è stato del 6% passando a 36,3mld di tonnellate nel 2021, un dato causato dalla ripresa dell’economia in seguito alla crisi Covid; in particolare, l’elevata richiesta di energia post pandemia è stata gestita da un elevato utilizzo del carbone che ha pesato per oltre il 40% dell’incremento.
Contemporaneamente si è assistito ad un aumento esponenziale dei diritti per l’emissione Co2 (Carbon Credit) quotati sul mercato EU-ETS (European Union Emissions Trading System), che a Febbraio 2022 hanno superato il prezzo di 94€ per tonnellata, circa tre volte la quotazione dello stesso periodo nell’anno precedente.
La Comunità Europea ha introdotto il sistema dei diritti di emissione Co2 nel 2002 quando ha ratificato il protocollo di Kyoto adottato nel 1997 che prevedeva che i paesi debbano raggiungere i propri obiettivi di riduzione Co2 principalmente attraverso misure nazionali. Tuttavia, il protocollo consente di ridurre le emissioni di gas a effetto serra attraverso meccanismi basati sul mercato, i cosiddetti “Meccanismi Flessibili”.
L’ETS in Europa è stato istituito e disciplinato dalla Direttiva 2003/87/CE come principale strumento per raggiungere gli obiettivi di riduzione della Co2 nei principali settori industriali e nel comparto dell’aviazione.
Il meccanismo è di tipo “cap&trade” ovvero fissa per alcuni settori interessati (cap) un tetto massimo complessivo di emissioni consentite sul territorio europeo cui corrisponde un equivalente numero “quote” che possono essere acquistate/vendute su un apposito mercato (trade).
La contabilità delle compensazioni è tenuta nel Registro Unico dell’Unione mentre il controllo di scadenze e rispetto delle regole è affidato alle Autorità Nazionali Competenti (ANC).
Le quote possono essere allocate a titolo oneroso o gratuito: nel primo caso vendute attraverso aste pubbliche alle quali partecipano soggetti accreditati, nel secondo caso, assegnate gratuitamente agli operatori a rischio di delocalizzazione delle produzioni in Paesi caratterizzati da standard ambientali meno stringenti rispetto a quelli europei.
Indipendentemente dal metodo di allocazione, il quantitativo complessivo di quote disponibili per gli operatori (cap) diminuisce nel tempo imponendo di fatto una riduzione delle emissioni di gas serra nei settori ETS: in particolare, al 2030, il meccanismo garantirà una riduzione del 43% rispetto ai livelli del 2005.
L’EU-ETS, in tutta Europa, interessa oltre 11.000 impianti industriali e circa 600 operatori aerei. In Italia sono disciplinati più di 1200 soggetti che concorrono al 40% delle emissioni di gas serra nazionali.
A pochi giorni dall’uscita del nuovo report sull’ambiente dell’IPCC che ha rilanciato l’allarme climatico, purtroppo la crisi energetica sta portando l’Europa verso una soluzione urgente di breve periodo con il ripristino della produzione di energia da fonti fossili.
La quotazione dei diritti Co2 a Marzo è crollata del 30% portandosi vicino ai 60€ a tonnellata, questo nonostante le tensioni sull’energia generate dalla guerra Russia-Ucraina stiano facendo volare i prezzi di gas e petrolio ed in generale delle materie prime.
Il crollo delle quotazioni sembra sia generato dalla vendita di certificati nei portafogli di proprietà russa per la paura dei blocchi derivanti dalle sanzioni economiche e dalla possibilità che il mercato sia inondato di certificati gratuiti necessari a garantire l’aumento dell’energia da fonti fossili.
Momentumgreen è impegnata in progetti di green economy finalizzati anche alla riduzione di Co2. Guarda QUI i nostri progetti.
Adriano Zucca – socio fondatore Momentumgreen
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