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C’è un grido d’allarme che arriva dal Sudamerica dove il verde non è il colore sinonimo di tutela dell’ambiente.

Zone di verde intenso, che risaltano sulle pietre rossicce del deserto e sul bianco dei depositi salini, si trovano in Cile, in Bolivia e nel nordovest dell’Argentina: si tratta di bacini dove viene fatto depositare e inizialmente lavorato il litio.

Il litio è un metallo essenziale, scoperto nel 1817, oggi cuore pulsante delle batterie che fanno funzionare smartphone, tablet, e auto elettriche, e che è diventato uno dei materiali più ambiti, creando non pochi problemi alle economie locali.

La sostenibilità e la transizione ecologica sono al primo posto dell’agenda politica di tutti i paesi del mondo. Sicuramente il mercato della mobilità decarbonizzata è stato molto spinto con conseguente rapidissima crescita di richiesta e produzione di auto elettriche; se non ci fossero soluzioni alternative, solo nel settore automotive, la domanda di litio potrebbe crescere di almeno dieci volte entro il 2030!

Il Sudamerica è caratterizzato da altipiani desertici che raggiungono anche i 4mila metri d’altitudine, quasi completamente aridi, spesso attraversati da enormi distese di sale (la più grande salina del mondo si trova in Bolivia ed è grande come l’intero Abruzzo!) e qui si trovano oltre il 50 per cento delle riserve mondiali di litio.

Dopo l’Australia, il Cile è il secondo produttore di litio al mondo, seguito da Cina e Argentina.

In Cile, la tecnica per ottenere il litio è moto invasiva perché avviene per evaporazione impattando su ambienti naturali singolari e già fragilissimi, a differenza di quanto avviene in Australia per estrazione da vere e proprie miniere.

Il litio si ottiene facendo evaporare l’acqua dei bacini salati, un processo che dura mesi, durante il quale la superficie cambia colore, diventando verde.

Gli effetti sono pesanti sulle piccole comunità indigene che non hanno acqua a sufficienza per vivere, a livello di vegetazione, temperatura del suolo, aridità e biodiversità.

Un’estrazione di litio rompe per sempre il ciclo idrico, influendo sulle falde acquifere, le perforazioni, infatti, arrivano fino a 300 metri di profondità e i bacini d’acqua dolce e salata si mescolano, creando danni enormi all’ecosistema.

Ovviamente non è possibile rinunciare del tutto ad un minerale così prezioso: al momento, non potremmo nemmeno utilizzare un cellulare!

È fondamentale però che si continui la ricerca per trovare alternative più sostenibili, oltre ad una maggiore consapevolezza che presuppone, per forza di cose, un cambiamento negli stili di vita che dovrebbe esserci in tutti gli ambiti.

Una soluzione che pare percorribile e che potrebbe rivoluzionare completamente l’intero settore automotive è quella delle batterie a stato solido sulle quali però pare ci saranno ancora anni da investire in ricerca e sviluppo.

Minarelli Mara – socio fondatore Momentumgreen

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