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È una dichiarazione ufficiale, in Cina serve più carbone per fronteggiare una crisi energetica senza precedenti, Pechino ha ordinato a 72 miniere nella Mongolia di produrre quasi 100 milioni di tonnellate in più di combustibile fossile.

In questi mesi, infatti, la Cina aveva cercato di privilegiare il gas, la meno inquinante delle fonti fossili, per dare energia alla ripresa economica. Questo ha però contribuito a far schizzare al rialzo i prezzi del gas sul mercato globale provocando un razionamento generalizzato dell’elettricità nel paese, con conseguenti chiusure di fabbriche, blackout, traffico impazzito con semafori spenti e ascensori non fruibili nei palazzi. La Cina dipendente fortemente dal carbone e circa la metà dell’elettricità che produce, infatti, deriva proprio da lì.

C’è da essere veramente stupiti considerando che, da un anno a questa parte, il presidente cinese Xi Jinping aveva preso una serie di impegni proprio su clima ed inquinamento, dichiarando pubblicamente, nel settembre del 2020, che le emissioni avrebbero raggiunto il picco prima del 2030, per poi arrivare alla neutralità carbonica nel 2060 e che non si sarebbero più costruite centrali di estrazione di carbone all’estero.

Contrariamente a quanto dichiarato, il Presidente cinese, con la richiesta alle miniere di produrre più carbone, ha deciso di correre ai ripari davanti ad una crisi energetica che minaccia seriamente la ripresa economica in atto nel paese dopo la crisi pandemica; proprio nei giorni scorsi, la banca d’affari Goldman Sachs ha deciso di tagliare le previsioni di crescita del PIL della Cina per il 2021.

Tra pochi giorni si terrà a Glasgow la COP26, in questa occasione verrà trattato sicuramente anche questo problema, una manovra drastica da parte della Cina che vedrà emissioni gigantesche di gas serra influenzando pesantemente la situazione climatica mondiale già molto disastrosa.

La speranza è che l’impegno della Cina verso gli obiettivi climatici e il suo percorso verso la decarbonizzazione sia solo rimandato e non definitivamente abbandonato.

Minarelli Mara – socio fondatore Momentumgreen
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