google-site-verification=g-A0IkMT4sGW4a3a3BG528ew3Vp0yNcHAV2lKFsznCA

Mai come oggi oltre a migliorare le strategie legate ai processi di riciclo della plastica, è risaputo come ridurne il suo consumo sia fondamentale per salvare il Pianeta: si stima infatti che, con gli attuali ritmi di produzione, entro il 2050, negli oceani, ci saranno più frammenti di plastica che pesci.

Eppure, in natura, esistono moltissimi materiali naturali che permettono di eliminarne l’impiego o, quantomeno, ridurlo. 

La carta, ad esempio, può sostituire gli involucri e contenitori per oggetti o alimenti di ricorso estremamente comune; si pensi ai sacchetti, confezioni, pellicole, imballaggi e molti altri ancora: si tratta di un volume enorme di rifiuti che si accumulano a livello quotidiano e, date le loro ridotte dimensioni e la leggerezza, rischiano con più facilità di finire abbandonati nell’ambiente.

Il legno, non solo per gli usi più classici, ad esempio per la produzione di mobili o scatole, ma anche per questioni molto più banali: si pensi a quanta plastica si potrebbe risparmiare usando unicamente spazzolini con manico in legno.

Uno dei materiali che potrebbe sensibilmente ridurre la nostra dipendenza da plastica è certamente il vetro, molto diffuso in passato nelle confezioni e sostituito dall’industria per ragioni di comodità e costi. Tornare alle vecchie bottiglie di vetro per l’acqua potrebbe fare la differenza sul fronte ambientale.

La stoffa rappresenta la soluzione più comoda e duratura, per combattere la piaga dei sacchetti di plastica. Sebbene le nuove leggi impongano borse biodegradabili per le necessità di vendita e di trasporto, in realtà borsine di cotone o lino rimangono la risorsa più versatile.

Negli ultimi anni, inoltre, sono state sviluppate le più svariate fibre vegetali, capaci di garantire la stessa versatilità della plastica, senza pesare sull’ambiente. Si tratta di materiali che non contaminano l’ambiente e capaci di dissolversi in pochissimi giorni a contatto con l’acqua, tra i più diffusi ci sono gli amidi come mais, tapioca, grano o patate, ma anche quelle derivate dalle alghe.

La natura è ricca di proposte che, opportunamente trattate, potrebbero garantire dei polimeri vegetali con caratteristiche del tutto analoghe alla plastica.

A questi, si aggiungono anche nuovi biomateriali, studiati e realizzati di recente, che potrebbero costituire la scelta di preferenza per il futuro.

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.