Come può uno dei paesi più green al mondo avere un’economia basata quasi interamente sul petrolio?
Lo scontro tra ambiente e profitto, ahimè, è sempre in primo piano quando si tratta di scelte e di convertire un’economia tradizionale lineare in favore della ‘transizione ecologica’.
È proprio il caso della Norvegia uno dei paesi più impegnati per il miglioramento della situazione climatica e nel contrastare le emissioni di CO2. Eppure, recentemente, le Nazioni Unite hanno lanciato un monito perché la Norvegia è anche il paese maggior produttore di petrolio nel mondo; a causa delle pluriennali e continue trivellazioni il suo fondo pensioni sovrano è il più ricco del mondo con vantaggi enormi derivanti proprio dalle partecipazioni in società petrolifere.
Incredibile! Insomma, una Norvegia controversa, due facce della stessa medaglia.
Il tema ambientale è stato al centro del recente scontro politico per le elezioni: da un lato si sosteneva che i proventi forniti da trivellazioni e attività estrattive fossero indispensabili per mantenere costante lo sviluppo economico e il welfare norvegese, dall’altro un impegno verso la salvaguardia ambientale e lo sviluppo sostenibile, consapevoli che una delle questioni più difficili sarà quella di superare più o meno rapidamente la dipendenza dell’economia nazionale dalle risorse petrolifere.
L’esito delle elezioni ha visto la vittoria di questi ultimi che si sono conquistati i voti ‘sul tema ambientale’.
Rinunciare al petrolio sarà costosissimo per la Norvegia ma vista l’evoluzione mondiale del clima non può permettersi di non fare questa scelta.
Mara Minarelli
socio fondatore Momentumgreen
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