Tra i settori più colpiti dalla pandemia Covid c’è sicuramente quello dei trasporti costretto a fare i conti prima con i lockdown e poi con la difficoltà nella produzione di mezzi, come le automobili, per la mancanza di componenti.
A rallentare la ripresa di questo settore post pandemia si è aggiunta tutta la politica del Green Deal Europeo che ha voluto rendere anche questo comparto sostenibile in termini di Emissioni Co2 portando l’industria automobilistica a cambiare i piani di produzione per inserire la tecnologia ibrida o elettrica a sostituzione del motore termico in particolare quello alimentato diesel.
Non solo per le automobili, ma in tutto il settore dei trasporti si stanno implementando soluzioni per ridurre le emissioni Co2.
La situazione è abbastanza controversa, c’è chi spinge, come la Comunità Europea, verso un cambiamento radicale e chi invece, come ha dichiarato il ministro italiano Cingolani in una recente intervista, punta ad una conversione meno integrale sostenendo che è necessario migliorare prima l’attuale tecnologia che è comunque affidabile, sicura e matura prima di passare definitivamente ad alternative elettriche o comunque ad altre soluzioni al momento poco gestibili su larga scala.
Mentre si continua a discutere (come se ci fosse tempo per decidere!) com’è la situazione del trasporto in Europa in termini di emissioni Co2?
Il settore è responsabile del 25% di tutte le emissioni Co2 (dati 2020 CE) ed è così suddiviso:
71,8% trasporto su strada
14,1% trasporto marittimo
13,2% trasporto aereo
0,5% altro
0,4% treno
Con queste percentuale è evidente che il mezzo di trasporto più sostenibile è il treno; proprio per questo motivo l’Europa ha festeggiato nel 2021 l’“European Year of Rail” con eventi e progetti legati proprio allo sviluppo del sistema ferroviario.
Si tratta di un nuovo piano di potenziamento dei servizi ferroviari a lunga percorrenza e transfrontaliera che, combinato a modifiche alla rete trans-europea di trasporto (TEN-T), dovrà aumentare la capacità ferroviaria ad altra velocità.
Gli investimenti saranno sostenuti dalla BEI con l’obiettivo di raddoppiare il traffico ferroviario per il 2030 e triplicarlo per il 2050.
In Europa, attualmente, esistono 201.000 km di ferrovie, il 75% è elettrificato; nonostante il treno emetta solo lo 0,4% delle emissioni di Co2 di tutto il settore trasporti, il suo utilizzo permette di muovere il 18% delle merci e l’8% dei passeggeri risultando al contempo il mezzo più sicuro. Negli ultimi 30 anni la ferrovia è stata in grado di ridurre progressivamente le proprie emissioni di Co2 grazie a minori consumi ed un maggiore utilizzo delle fonti rinnovabili.
Il piano interviene su molteplici fattori come la digitalizzazione, le norme tecniche e operative nazionali, maggiori disponibilità di mezzi ferroviari, migliori infrastrutture, formazione del personale ed altre aree di miglioramento per rendere più facile l’accesso al trasporto ferroviario.
In Italia la rete ferroviaria, con 16.832km di linee attive, è gestita dal Gruppo FS che ha recentemente ottenuto il raiting A- da CDP (Carbon Disclosure Project), un organizzazione no profit che gestisce una piattaforma di rendicontazione ambientale riconosciuta a livello internazionale.
Il Gruppo FS si è pubblicamente impegnato in un percorso di lungo periodo per ridurre del 50% le proprie emissioni entro il 2030, a fronte di un aumento delle attività di trasporto, e divenire Carbon Neutral entro il 2050.
Una sfida molto importante considerando che in Italia 4.672Km di linea ferroviaria non è attualmente elettrificata ma gestita con treni diesel e regioni intere, come ad esempio la Sardegna e la Valle d’Aosta, sono poco servite e totalmente non elettrificate.
Secondo la CE la maggior parte delle azioni dev’essere attuata con “urgenza” con inizio lavori già nell’anno 2022.
Adriano Zucca – socio fondatore Momentumgreen
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