Che i prezzi fossero alti l’avevo già letto qua e la, ma non pensavo potesse diventare così velocemente merce rara con prezzi alle stelle e mercato a rischio.
Questo articolo mi ha fatto ulteriormente riflettere: quanto consideriamo preziosa una materia prima a nostra disposizione prima che diventi rara e, quindi, super costosa?
La causa principale sembra essere la crescente domanda mondiale di legname derivante soprattutto da paesi come Cina e India che continuano a crescere nel loro sviluppo economico.
Settori come quello del packaging sono completamente dipendenti da questo materiale che copre il 70% del costo di un imballo, quindi risvolti a catena con conseguenze pesanti sui costi di tutti i prodotti finali a livello mondiale (qui la breve ma saliente intervista al Presidente di Assoimballaggi).
La soluzione più scontata sembrerebbe quella di aumentare l’offerta di legname e, come nel caso italiano, c’è già chi propone di sfruttare ulteriormente le nostre foreste.
C’è, invece, chi si preoccupa del sempre più crescente ricorso al disboscamento illegale (c.d. illegal logging) soprattutto delle foreste tropicali, i cui legni sono pregiatissimi.
La mia prima riflessione è stata:
ma il legno è un materiale che possiamo definire sostenibile?
Certamente è un materiale ecologico, ma la sua produzione per la filiera industriale è sostenibile?
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Facciamo un passo indietro…
Le foreste coprono circa il 30% della superficie terrestre mondiale.
Ospitano l’80% della biodiversità terrestre e la vita di oltre 1,6 miliardi di persone dipende da loro fornendo cibo, riparo, medicina e molto molto altro.
Le foreste svolgono inoltre un ruolo significativo nella produzione di ossigeno, nella regolazione del ciclo idrico, nell’assorbimento di inquinamento atmosferico, nella prevenzione dei cambiamenti climatici e dell’erosione del suolo.
Tuttavia, nonostante svolgano un’azione fondamentale per il sostentamento di una Terra sana e vitale, le foreste stanno scomparendo rapidamente in tutto il mondo: la deforestazione è una delle maggiori minacce.
Negli ultimi 60 anni più della metà delle foreste tropicali in tutto il mondo sono state distrutte e l’attuale ritmo di distruzione è davvero allarmante.
Nel 2017, foreste della dimensione maggiore di un campo da calcio sono state distrutte al ritmo di una al secondo, il dato più alto registrato dal 2001: incredibile!
La deforestazione si concentra maggiormente nelle zone pluviali tropicali che stanno scomparendo al ritmo di circa 13 milioni di ettari all’anno (le dimensioni della Grecia, per intenderci) con notevoli impatti sociali, economici e ambientali, non solo a livello locale ma anche a livello globale.
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Ma cosa ne pensa la Commissione UE della produzione di legname e del disboscamento?
Il 23 luglio 2019 la Commissione Europea ha adottato questa comunicazione finalizzata ad intensificare le attività di protezione e ripristino delle foreste mondiali, proteggere e migliorare la salute delle foreste esistenti, in particolare di quelle primarie, e di aumentare in modo significativo la copertura forestale sostenibile a livello mondiale.
Cinque sono le priorità individuate:
- incoraggiare il consumo di prodotti provenienti da catene di approvvigionamento senza deforestazione;
- ridurre drasticamente le pressioni sulle foreste;
- incentivare le riforestazioni;
- riorientare i finanziamenti a sostegno di pratiche di utilizzo del suolo più sostenibili;
- rendere accessibili, disponibili e di qualità le informazioni sulle foreste e sulle catene di approvvigionamento di materie prime, sostenendo la ricerca e l’innovazione.
È evidente che l’UE non voglia effettuare ulteriori campagne di deforestazione sui propri territori, tuttavia è da evitare che questo favorisca pratiche di disboscamento illegale.
È necessario adottare strade diverse che rispettino i parametri imposti dal Green Deal Europeo e che lavorino sulla ricerca e sull’innovazione di materiali alternativi incentivando processi che favoriscano la circolarità dei materiali e che possano essere realizzati localmente: soluzioni di questo tipo portano indipendenza, sostenibilità, lavoro ovvero una ricchezza più equa.
Ma esiste davvero un’alternativa per produrre legname in maniera sia ecologica che sostenibile?
Io, con la mia società Momentumgreen, sto portando avanti da anni progetti di riforestazione in Italia e ora sto realizzando il sesto progetto con questa missione.
Adriano Zucca – socio fondatore Momentumgreen
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